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Isotta Fraschini: il primo amore non si scorda mai

Quel che c’è di straordinario, quando si ascoltano le storie di chi lavorava in Isotta Fraschini a Saronno, è il vissuto emotivo che fonda queste narrazioni e che, dopo tanti anni, appare ancora intatto, infrangibile.

Ad esempio, Emanuele Lo Bello, Ingegnere specializzato nella costruzione di macchine fluidodinamiche, racconta di essere rimasto in Isotta Fraschini per ragioni affettive, e di aver vissuto la chiusura degli stabilimenti come il naufragio di una relazione amorosa:

«Non ho lasciato l’Isotta, semmai è l’Isotta che ha lasciato me»

Dante Moni, invece, con un accento lucchese ci racconta della sua vita dedicata al lavoro ingegneristico, nei reparti montaggio e in assistenza tecnica, con una passione che non accenna a spegnersi.

C’è poi Massimo Caimi, il quale ci confessa che, per lui, parlare dell’Isotta Fraschini è come parlare di un amore, il primo amore, che non può essere dimenticato.

Non mancano certo voci femminili. Ornella Gianni racconta che il legame di allora non si è mai spezzato: tra ex colleghə vige un rapporto di amore fraterno che lə spinge, ancora oggi, ad aiutarsi e supportarsi a vicenda; insieme a Luigia Bosaia (già intervistata anche qui), Maria Rosa Marzorati e Maria Medas, rivive l’atmosfera familiare che si era andata creando, soffermandosi anche sulla forza e la tenacia «rivoluzionaria» investita nella lotta sindacale, affinché la famiglia di Isotta Fraschini sopravvivesse alla volontà «politica» di chiudere gli stabilimenti.

Della lotta sindacale in Isotta Fraschini ne abbiamo parlato anche qui.

Vuoi conoscere altre storie? Ascolta Maurizio Cicardini: ci ha raccontato della sua ricerca (condotta insieme al compianto Giacinto Canazza) sui caduti di Isotta Fraschini per la libertà durante il fascismo.